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RAFFAELE_GHILLANI
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Inviato: 07/01/2008 14:29:04
Data Ultima Modifica: 03/08/2009 08:45:29 
Oggetto: L'energia più sostenibile è l'energia non consumata
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CasaClima e dintorni: appunti di viaggio


L'energia più sostenibile è l'energia non consumata.

Non c'è slogan più di questo che meglio si avvicini al progetto e alla realtà di CasaClima.

La sostenibilità è un vocabolo assai usato ed abusato. Per questo, spesso riveste significati vaghi ed imprecisi. CasaClima lo ha tradotto in una cosa tangibile, misurabile, comunicabile in maniera chiara e trasparente, anche al di fuori della ristretta cerchia di addetti ai lavori: il fabbisogno di energia per riscaldamento di un metro quadro di superficie netta all'anno (KWh/m2/anno) di un edificio con un involucro (pareti, solai, finestre e copertura) ben isolato.

Alla domanda di un lettore distratto o disinteressato che si chiede: ma che cosè CasaClima risponderei:

> il primo standard di alta efficienza energetica in Italia equiparabile a quelli europei,

> una casa con un alto comfort abitativo a basso costo energetico,

> un appartamento (100 mq) con un costo annuo di riscaldamento di 160-200 euro contro i 1200-2000 di uno tradizionale,

> un condominio di sei unità abitative (classe A) che emette 20 tonnellate di CO2 in meno all'anno,

> un software con un proprio algoritmo che calcola il consumo complessivo del sistema edificio-impianto in KWh/mq/anno,

> una certificazione volontaria, assistita da una Check list, Direttiva Tecnica e Collaudo, con un proprio marchio di qualità?,

> una targhetta da apporre all'esterno di un edificio certificato in classe "B" ed "A",

> 700 edifici certificati in Provincia di Bolzano in soli 5 anni,

> 6000 progettisti, fra esperti, certificatori e consulenti, formati nell'arco di 4 anni,

> un Master di II° livello presso la Libera Università di Bolzano,

> un Agenzia che partecipa al Trading CO2 ( Protocolli di Kyoto e Marrakech) conseguendo certificati di risparmio delle emissioni climalteranti,

> una più vasta realtà di comuni, provincie e regioni italiane che hanno adottato o si stanno preparando a convenzionarsi con l'Agenzia CasaClima,


CasaClima è tutto questo, ma soprattutto, nelle attuali nebbie che avvolgono i territori della certificazione energetica, nell'incertezza, frammentarietà, incompletezza degli indirizzi normativi, e nelle more della ricezione di una direttiva europea dopo ben 5 anni dalla sua emanazione, CasaClima è la storia di un successo eccezionale!?

CasaClima è la storia di un successo eccezionale. Afferma Mirchl Laimer, assessore all'energia, ambiente ed urbanistica della provincia di Bolzano.

In breve tempo siamo riusciti ad aumentare enormemente l'efficienza energetica degli edifici.

Risparmiare energia nel mondo dell'edilizia non è cosa certo nuova, ma attraverso il certificato e la targhetta CasaClima è stato possibile rivolgersi direttamente ai consumatori.( ...)

CasaClima riesce a trasmettere in maniera semplice e facilmente comprensibile una materia relativamente complessa come l'efficienza energetica di un edificio.

Questo progetto ha dato il via alla rivoluzione dell'efficienza energetica nell'edilizia.


Iniziando questo viaggio scopriremo il perché di questo successo o, parafrasando il celebre film di A. Gore An inconvenient truth?, scopriremo la storia di una conveniente realtà.






Cambiamenti climatici: un esperimento ad altissimo rischio per l'umanità.

Gli esperti dicono che stiamo facendo un esperimento ad altissimo rischio con l'atmosfera, con gravi danni per l'umanità: nel 2004 sono state espulse in atmosfera 27 miliardi di tonnellate di CO2, un vero record! Così stiamo trattando quel sottile velo protettivo, paragonabile al velo di rugiada sulla superficie di una mela, che avvolge in nostro globo: come discarica!





Dalla consapevolezza dell'estrema fragilità su cui si regge l'equilibrio uomo/risorse ambientali e dalla necessità di un nuovo patto fra uomo/natura, nasce l'adesione ad Alleanza per il Clima, un associazione di Comuni europei ed indigeni per la salvaguardia dell'atmosfera e delle foreste tropicali. 1500 i comuni impegnati, col Manifesto delle Città Europee per l'Alleanza con i popoli indigeni dell'Amazzonia, a ridurre del 50% l'emissione di CO2 entro il 2010, a bloccare i CFC, a rinunciare all?uso di legno tropicale e a sostenere le popolazioni indigene. Ad oggi sono ca. 80 i Comuni altoatesini aderenti a questo patto, ca. l'85 % della popolazione.

Diagramma innalzamento della temperatura e concentrazione della CO2





E' significativo che All Gore recentemente insignito del Premio Nobel, abbia devoluto il 100% dei proventi del premio proprio a questa associazione!

Andremo così a prendere in rassegna i vari scenari proposti nell'ultimo rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), significativamente ripresi dalla Relazione dell'VIII Commissione parlamentare (Ambiente, territorio e lavori pubblici) sulle scottanti questioni dell'attuazione (fallimento?) del Protocollo di Kyoto in Europa ed in particolare in Italia


(Protocollo di Kyoto: un grande passo per l'umanità..un piccolissimo passo per il clima.

Nel 1997 i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990.

L'italia ha ratificato il protocollo fissando una riduzione pari al 6,5% dei principali gas serra (CO2, metano, protossido di azoto, ozono, monossido di carbonio,ecc.) nel proprio territorio nazionale.

Dal 1990 ad oggi i paesi europei hanno ridotto le emissioni di CO2 del 1,7%.

l?Italia le ha aumentate del 13%!

Cosa costerà questo ritardo...

Se nulla verrà fatto, ed il valore medio delle quote si manterrà intorno ai 15 euro a tonnellata di CO2 ci costerà più di 9 miliardi di euro.), e del problema della dipendenza energetica e della sua rilevanza nel quadro geo-politico mondiale.

(Dipendenza: attualmente l'Europa dipende per il 50% da fonti energetiche provenienti da zone del mondo fortemente caratterizzate da instabilità politica, fondamentalismo, conflitti; dipendenza destinata a crescere con un aumento previsto del 70% entro il 2030. L'Italia dipende, attualmente, per l?86%.

Il consumo medio giornaliero procapite nel mondo si aggira attorno 2 litri (dai 0,37 per un indiano agli 11 per uno statunitense): in totale fanno 78 milioni di barrel /giorno (1 Barrel= ca.160 litri). Questo significa che in una sola giornata si brucia energia fossile corrispondente a quanto se ne è prodotta in 1000 anni!

Il costo del petrolio e gas è destinato ad aumentare in tal modo (sotto la pressione della domanda in vertiginosa crescita di paesi come Cina ed India) da renderlo, in un futuro prossimo, praticamente inutilizzabile per riscaldare (spreco).In questo contesto il settore edile, che da solo consuma il 40% dell'energia prodotta, ha una potenzialità di risparmio davvero non trascurabile!)

In questo contesto valuteremo anche le opportunità di sviluppo economico per le imprese italiane, legate all'attivazione dei meccanismi dell'Emission Trading, ossia i cosidetti TEE, Titoli di Efficienza Energetica (Certificati Verdi e Certificati Bianchi).


Perché, nella realtà italiana, c'era bisogno di evento come CasaClima?

Perché CasaClima è la risposta semplice ed immediata a quattro domande, che qualsiasi persona avveduta all'atto di acquistare casa per sé o per investire, si fà:

> quanto consuma l'impianto di riscaldamento?

> quanta CO2 viene emessa?

> a quanto ammonta il fabbisogno di energia primaria?

> il sistema di isolamento dell?involucro è di buona qualità?

Oggi chi acquista un automobile può conoscerne il consumo di carburante, distinto per percorrenza nella cerchia urbana ed extraurbana, per tipologia ed efficienza di motore (benzina, gas metano, GPL, ibrido); le etichette energetiche applicate ai frigoriferi, lavastoviglie o lavatrici informano i cittadini sul loro effettivo consumo.

Per gli edifici queste informazioni non erano, fin ad oggi, disponibili; le informazioni farcite di complessi termini tecnici legate alla Legge 10, erano comprensibili solo ad una ristretta cerchia di addetti ed esperti, ma quasi inaccessibili agli utenti finali. La L.10/91 era sostanzialmente priva della capacità di misurare il consumo complessivo di un edificio e quindi di imporre limiti chiari.

Con CasaClima il "KWh/m2/anno" si è affermato come l'unità ideale del fabbisogno energetico di un edificio, facilmente rapportabile a litri di gasolio (nel rapporto di 10 a 1):

> classe A, casa a 3 litri (fino a 30 KWh/m2/anno)

> classe B, casa a 5 litri (fino a 50 KWh/m2/anno)

> classe c, casa a 7 litri (fino a 70 KWh/m2/anno)

> ecc.

Il solo rispetto della L.10 (che ben 15 anni fa prevedeva, fra l'altro, la certificazione energetica degli edifici mai attuata!), ha fatto attestare i consumi degli edifici di nuova costruzione, in modo spesso poco verificabile ed incontrollato, tra i 70 ed i 120 KWh/m2/anno! La quasi totalità del patrimonio edilizio italiano (più del 90%) , purtroppo, attesta i consumi termici tra i 200 ed i 400 KWh/mq/anno!




In questa ottica, il tema del recupero energetico delle preesistenze si impone già oggi e diverrà sempre più il tema chiave e strategico per ogni seria politica energetica.

Andremo, perciò, a valutare le metodologie e migliori tecniche operative disponibili, nonché i materiali innovativi che, a questo scopo, la filiera edilizia oggi è in grado di metterci a disposizione.


Dopo l'introduzione delle novità legislative legate all'efficienza energetica, c'è ancora bisogno di CasaClima?

Finalmente, dopo un'attesa di 15 anni dal promesso decreto sull'efficienza energetica degli edifici ( L.10/91) e in attuazione (parziale..!) della direttiva europea (2002/91/CE, EPBD), viene introdotto il D.Lgs. 192 e successivamente un decreto correttivo, il 311/06, con i quale il governo italiano impone limitazioni per l'emissioni di gas serra degli edifici: limiti di dispersione termica complessiva per edificio, in funzione della sua forma e grado di compattezza (rapporto fra superficie disperdente e volume riscaldato) e in funzione della zona climatica (località, gradi giorno, durata periodo di riscaldamento) e limiti per singoli elementi strutturali di involucro (trasmittanza termica).Contestualmente la Legge Finanziaria 2007 introduce agevolazioni fiscali e detraibilità di imposta lorda sugli interventi di recupero energetico degli edifici esistenti.

La novità importante, che andrà progressivamente a regime, è l'obbligatorietà dell'Attestato di Certificazione Energetica (ora qualificazione) per le singole unità edilizie, edifici e preesistenze, da produrre sia unitamente all'atto di compravendita che alla stipula di un contratto di locazione. Il comma 7 prevede, fra l'altro, per gli edifici pubblici (oltre i 1000 mq di superficie), l'obbligo di affiggere in luogo pubblico l'attestato energetico.

Oggi, nonostante questo, mancano ancora i tasselli indispensabili per implementare concretamente l?efficienza energetica:

> mancano le direttive tecniche (come calcolare l'energia primaria, per riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ecc.) ossia, le linee guida promesse per l?attuazione del decreto n.311 (entrato nel frattempo a regime nel luglio di quest?anno) la cui pubblicazione era attesa a pochi mesi dalla emanazione dello stesso decreto;

> mancano gli esperti: in italia non c'è ricerca e know-out tecnico nel campo dell'efficienza energetica (attualmente arginato nel campo universitario); la conseguenza è la totale dipendenza da filiere di prodotti edilizi innovativi e sistemi impiantistici per fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, pompe di calore) dall'estero.

Una risposta in senso affermativo alla domanda che ci siamo posti all'inizio, la ricaviamo facendo un semplice confronto fra i limiti di fabbisogno annuo (KWh/m2/anno)e delle trasmittanze degli elementi di involucro (W/m2K) previste dallo standard CasaClima con quelli del 311 e delle leggi nazionali.





La sola osservanza, infatti, del criterio degli indici prestazionali (KWh/m2) dei pacchetti di involucro, contenuto in queste norme, non garantisce sull?effettiva prestazione energetica.

Sarà necessario comprendere le ragioni delle attuali difficoltà, da parte del quadro legislativo e del settore edile, nel recepire ed applicare quelle direttive europee, così avanzate, che sono state in grado di produrre interi quartieri e parti di città ad alta efficienza energetica, da Friburgo al Land austriaco del Vorarlberg, con la graduale ricezione da parte di progettisti, costruttori ed utenti, degli alti standards qualitativi, da quello francese (HQE) a quello tedesco (Passiv-Haus) e svizzero (Minergie). Vedremo come CasaClima, con più di 700 edifici certificati, sia in grado, per know-out tecnico ed expertise, di coprire tale ritardo.


Perchè una CasaClima?

Alcuni dati.




Un comune edificio tradizionale ha perdite di calore verso l'ambiente esterno mediamente suddivise, con relative percentuali sul totale, nel modo seguente:

> areazione (apertura finestra per rinnovo d'aria): 20-30%;

> caldaia: 10-12%;

> ultimo solaio-tetto: 10-15%;

> pareti esterne: 20-25%;

> solaio cantina-terreno: 5-6%;

> vetrature: 20-25%;

In totale nella stagione di riscaldamento questo edificio cede all'esterno 6 litri di gasolio riscaldando l'ambiente: e così, infatti, che il 70% della bolletta energetica di una famiglia è assorbito dal riscaldamento (mentre solo il 2% dall'illuminazione).








Cosa incide, normalmente, una finestra per una stagione di riscaldamento?:

> un serramento a doppio vetro, fabbricato negli anni 80: ca. 32 litri di gasolio;

> un serramento con buone caratteristiche di trasmittanza e con vetri basso emissivi: 13 litri di gasolio.

Vedremo come la scarsa qualità di una finestratura insieme ad un errato orientamento può incidere in modo rilevante sia su guadagni solari indesiderati sia sulle dispersioni termiche, senza ignorare il soddisfacimento del comfort visivo insieme al fabbisogno medio di luce diurna degli ambienti.

Che ruolo ha la forma ed il grado di compattezza (ossia il rapporto fra superficie esterna disperdente e volume interno riscaldato) sul bilancio energetico di un edificio?

> una superficie più grande, a parità di volume inscritto (es, nel caso di forme molto articolate sia planimetricamente che in alzato), disperde una maggiore quantità di calore verso l'esterno;

> non secondario è, anche, l'incidenza del costo: un elemento costruttivo di involucro esterno costa mediamente quasi il doppio (per non parlare delle facciate in vetro a doppia pelle!) rispetto ad un altro componente costruttivo.

E un ponte termico (balcone, cassonetto tapparella, telaio finestra, pilastro o trave inserito nella muratura, ecc.):

> in certi casi fino al 20-30 %.

Analizzeremo come i ponti termici costituiscano i veri punti deboli di un edificio, sia in sede di progettazione che di esecuzione,e come un isolamento sia tanto più efficiente quanto più avvolge senza soluzioni di continuità l'intero involucro esterno. Infatti, ciò che facciamo naturalmente per il nostro corpo dovremmo farlo per le nostre case: se fuori fa freddo ricorriamo volentieri ad un cappotto!





Alcune strategie:

> un buon isolamento: quanto più bassa è la differenza fra la temperatura degli elementi costruttivi e quella dell'aria interna, ottenibile grazie all'isolamento posto verso l'esterno, tanto più alto è il grado di comfort e di benessere indoor: vedremo, infatti, come questo può evitare la sottrazione di calore che si determina in vicinanza di pareti o finestrature poco isolate, e nel frattempo evitare fenomeni di condensa superficiale ed interstiziale (una temperatura superficiale interna di ca. 15-16°C rende normalmente immune dalla muffa).Un grado in meno della temperatura interna, inoltre, corrisponde ad un risparmio del 6% sul riscaldamento! Senza trascurare che un buon isolamento (es. 'a cappotto' esterno, eventualmente protetto da un rivestimento ventilato) è essenziale, insieme ad una buona capacità termica, per ridurre drasticamente i carichi estivi.


(Il blocco di ghiaccio di Brema: 2 blocchi di ghiaccio di una tonnellata e mezza ciascuno vengono portati in una piazza di Brema, ed esposti, all'inizio di maggio, all'aperto per 50 gg: il primo era avvolto da una cassetta termica, il secondo privo di alcuna protezione. Dopo 5 giorni, il secondo blocco era completamente sciolto, Il primo, invece,dopo ben 7 settimane,manteneva il 70,9% del peso iniziale. Questo esperimento è stato, di recente, ripetuto con successo anche nella piazza di Bolzano.

Ciò dimostra, anche per i più scettici, che l'isolamento esterno non solo protegge dal freddo ma anche dal caldo!)

(La scommessa dei blocchi di ghiaccio - Bolzano)





> Un orientamento corretto: l'irraggiamento solare, così gradito in inverno per gli apporti gratuiti di calore proveniente da finestre, serre e verande, accumulabili anche grazie all'impiego di masse attivabili (solare passivo) o da particolari materiali innovativi (TIM) che andremo ad illustrare, può determinare, alle nostre latitudini, gravi surriscaldamenti,che sono destinati, anche a causa dei cambiamenti climatici, ad incidere sempre più pesantemente sul carico di raffrescamento (condizionamento estivo) e quindi sul bilancio energetico complessivo (si veda l'avvenuto sorpasso, su scala nazionale, del consumo elettrico estivo su quello invernale!).

Attraverso i criteri di progettazione bioclimatica basati su un'attenta valutazione del sito e delle risorse del suo microclima (esposizione solare, venti, umidità relativa, fluttuazioni della temperatura esterna, vegetazione ed evapotraspirazione, ecc.), vedremo come una ombreggiatura ben progettata insieme ad una accorta distribuzione dei locali (primari e di servizio) e delle aperture (geometria ed orientamento) per ottimizzare la ventilazione naturale, sia di estrema importanza per abbattere in modo significativo il carico di raffrescamento.

> progettare l'inerzia termica: si tratta di attenuare e ridurre l'influenza delle fluttuazioni esterne (molto rilevanti in estate) stabilizzando, così, la temperatura interna degli edifici su valori di comfort (ca. 26-27°C).

Valuteremo con particolare attenzione come dovrebbero essere eseguiti i pacchetti costruttivi esposti alle variazioni dell'onda termica, per potere accumulare e rilasciare il calore più lentamente, nell'arco della giornata. Uno sfasamento minimo di dieci-dodici risulta ottimale, in quanto le temperature delle ore più calde raggiungono gli ambienti interni (attenuate in ragione della loro capacità termica) nelle ore notturne quando la temperatura esterna è più bassa.

Per questo, passeremo in rassegna i materiali isolanti, comprendendo come una bassa conduttività termica (lambda) ed un alto peso specifico (capacità termica) che caratterizzano gli isolanti non sintetici (es. fibre e lane di legno, sughero, ecc.), a differenza di quelli sintetici (poliuretano, polistirene, ecc.), assicurano un miglior prestazione sia in regime invernale che estivo.

(Materiali isolanti: la conduttività termica di 1,5 cm di materiale isolante equivale a 30 cm di mattone pieno, mentre quella di 105 cm di calcestruzzo a 2 cm di isolante. Per questo motivo i materiali isolanti, possiedono un bilancio energetico (espresso come CO2 equivalente per la loro produzione rapportato al loro potenziale di risparmio di CO2 per l'intero ciclo di vita) che è sempre positivo: es. il poliuretano o polistirene (materiali energivori e con alto impatto ambientale) in due anni assicurano un guadagno energetico; per altri materiali come fibra di legno o cellulosa l'ammortamento energetico si realizza in poche settimane.

A differenza del bilancio energetico, quello ecologico cambia: per isolare una casa unifamigliare in lastre di poliuretano o EPS occorrono ca. 4500 litri di gasolio; per gli isolanti naturali ne occorrono 60. Con la differenza si copre il fabbisogno termico di un edificio in classe A per 40 anni!)


> ventilazione meccanica controllata:

i materiali edili, gli arredi, le vernici, sono spesso fattori di inquinamento indoor che si accumulano, insieme a quelle derivanti dalle normali attività che svolgiamo all'interno delle nostre case (cucinare, attività di bricolage, atività fisica, ecc.) particolarmente quando non è assicurato un sufficiente ricambio igienico-sanitario. Ogni giorno respiriamo 20.000 litri di aria ed abbiamo bisogno di almeno 30mc di aria fresca all'ora. Molte patologie possono derivare dalle sostanze (es. polveri, allergeni, VOC, Radon) sospese fra le mure domestiche e negli uffici, dove trascorriamo, mediamente, buona parte della nostra vita (ca. 90%).

Una famiglia di quattro persone (respirando,cucinando, lavandosi, ecc) produce ca. 6-10 litri di acqua sotto forma di vapore di cui solo il 2% può uscire per diffusione dall'involucro. Il rimanente (98%) deve essere asportato. Come?

Fino ad oggi il lavaggio degli ambienti interni era assicurato dall'apertura frequente delle finestre o dalla bassa tenuta all'aria delle finestre e dei cassonetti. Questo significava che una buona parte di calore andava a riscaldare l'aria esterna con l'equivalente innalzamento della bolletta energetica.

In inverno l'apertura di una finestra nella parte superiore costa ca. un litro di gasolio all'ora!

Come avremo modo di approfondire, la ventilazione meccanica controllata (VCM) risulta essere la soluzione più opportuna, anche se ancora un po' costosa, dal punto di vista del comfort igienico, igrotermico ed acustico (soprattutto se ci troviamo in città) : a fronte di bassi costi energetici assicura un ottimo ricambio e lavaggio degli ambienti asportando l'inquinanti interni, ed immettendo aria fresca (opportunamente filtrata e purificata da polveri, pm10, allergeni, ecc. provenienti dall'esterno).

Nel contempo la dotazione di uno scambiatore a flussi incrociati può sottrarre, nei mesi invernali, calore all'aria in espulsione per preriscaldare quella in immissione, conseguendo un certo risparmio energetico per il riscaldamento.

A questo può associarsi anche uno scambiatore geotermico che preriscalda in inverno e preraffresca in estate l'aria di immissione, attraverso 20-30 metri di tubo interrato (il terreno mantiene sempre una temperatura stabile tutto l'anno, equivalente ca. alla temperatura media annuale). Si può ottenere, così,un risparmio annuale attorno allo 0,5 - 1,5 KWh al metro quadro di alloggio.


Ma quanto mi può costare in più?

Gli extracosti per la realizzazione di un edificio con standard CasaClima in classe B può aggirarsi attorno ai 3-5%, mentre, in classe A (dove è richiesta l'introduzione della VCM), attorno all? 8-15%. Tra i sei e gli otto anni possono essere i tempi di ammortamento di questi extracosti: il risparmio sulla bolletta energetica e sulle spese di gestione, e manutenzione, infatti, sono assolutamente convenienti nella prospettiva di lunga durata di un edificio.

A conferma di ciò risulta più conveniente investire sull'isolamento della propria casa che non in titoli di stato o in fondi di investimento: investire in isolamento, oggi (con la prospettiva di crescita inevitabile del prezzo dei combustibili) consente di risparmiare fino al 10-11% delle spese di riscaldamento per anni: quale azione quotata in borsa può assicurare per decenni tale rendimento?

Se spendessi, ad esempio, 6000 euro, per isolare la mia casa, andrei a risparmiare ca. 850 litri di gasolio all'anno, ossia 650 euro all'anno: l'equivalente di un rendimento dell' 11% assicurato per l'intero ciclo di vita della mia casa!

(Ci sono varie tecniche per la valutazione economica dell'wwwwxs jko
+investimento nel settore del recupero energetico:

> tecniche cosidette DCF (Discounted Cash Flow) che attualizzano il costo del denaro tramite il tasso di interesse, in rapporto all'inflazione prevista, e il tasso di interesse di investimenti considerati non rischiosi;

> tecniche (non DCF), più semplici da applicare, non considerano il diverso valore del denaro nel tempo e quindi non attualizzano i flussi futuri.

Queste ultime sono costituite da:

> Pay Back Time (PBT) che stima il tempo di recupero di un investimento;

> Return On Investiment (ROI) sono basati sulla profittabilità dell?investimento atteso o dell?utile generato in conto capitale;

Life Cicle Cost (LCC) figlio del Life Cicle Assesment (LCA) valuta e valorizza tutte le componenti di costo relative ad un edificio lungo l'intero ciclo di vita, dalla fase della realizzazione-utilizzo-eventuale demolizione: nella fase di progettazione-ideazione, infatti, viene sostenuta una parte assai limitata di costi che il prodotto-edificio assorbirà nell'arco della sua intera vita, ma nel contempo vengono impegnati una parte assai rilevante di tali costi (consumi energetici, manutenzione, riparazione, ecc.). In uno studio recente sull'edilizia sostenibile in California, viene dimostrato che a fronte di costi tecnici aggiuntivi attorno al 2% si è ottenuto una diminuzione del costo totale del ciclo di vita pari al 20%!)





Certificazione energetica ed oltre: il marchio CasaClimapiù

Di fronte alla crescente richiesta di comfort termo-igrometrico, acustico, illuminometrico, ecc., il settore delle costruzioni, accompagnato dall'evoluzione della normativa tecnica, stà andando verso una fase di generale incremento della tecnicizzazione.

Il più delle volte questo si traduce in una ipertrofia degli aspetti impiantistici, assai energivori, trascurando gli aspetti legati sia alle caratteristiche termo-fisiche dei pacchetti costruttivi costituenti gli elementi d'involucro, sia alla sostenibilità dei materiali impiegati ed alla valutazione del loro bilancio ecologico (non sono esenti, da questo difetto, alcuni degli edifici definiti erroneamente bioclimatici che espongono vaste pelli, seppur intelligenti, al solleone, giustamente battezzati gabbie solari).

Innumerevoli sono i sistemi di certificazione ambientale: da quelle di prodotto (ISO 14001, EMAS) a quelle applicate al sistema edificio. Queste ultime sono distinte secondo metodo differenti di valutazione:il metodo ?a punteggio? e il metodo basato sull'eco-profilo.

Appartengono al primo metodo quelli variamente adottati, in questi anni, da vari paesi, fra cui : Breeam (GB); Leed (USA); HQE (FR); GBTool(Canada); GBC (network mondiale) a cui risale il protocollo ITACA (I). In particolare in italia: SB100(ANAB), INBAR E?, BEST Class (Sacert), ICMQ, ecc.
Al secondo appartengono le procedure LCA (Life Cycle Assestment) e LCC (Life Cycle Cost) variamente implementati in vari software (data la estrema complessità di calcolo legata alla reperibilità dei principali indicatori di impatto ambientale, ed alla quantificazione dei flussi di materia ed energia nell'estrazione-produzione-manutenzione-dismissione dei manufatti edili).

(Il blocco di ghiaccio di Brema:
2 blocchi di ghiaccio di una tonnellata e mezza ciascuno vengono portati in una piazza di Brema, ed esposti, all'inizio di maggio, all?aperto per 50 gg: il primo era avvolto da una cassetta termica, il secondo privo di alcuna protezione. Dopo 5 giorni, il secondo blocco era completamente sciolto, Il primo, invece,dopo ben 7 settimane,manteneva il 70,9% del peso iniziale. Questo esperimento è stato, di recente, ripetuto con successo anche nella piazza di Bolzano.

Ciò dimostra, anche per i più scettici, che l'isolamento esterno non solo protegge dal freddo ma anche dal caldo!)

Per dare risposta a questa esigenza nasce il marchio CasaClimapiù: un sistema semplice, veloce, trasparente e controllabile. Un? edificio per ottenere il marchio CasaClimapiù:

> deve avere un indice termico inferiore a 50 KWh/m2/anno (classe B);

> non deve utilizzare combustibili di origine fossile per il riscaldamento;

> deve utilizzare solo materiali eco-compatibili (è escluso l'utilizzo di: isolanti sintetici come EPS, XPS, PUR; PVC per porte e finestre; legno tropicale; impregnanti chimici per legno, colori e vernici contenenti solventi);

> deve adottare ulteriori provvedimenti ecologici (es. tetto verde, solare termico e/o fotovoltaico, recupero acqua piovana, ecc.).


Le ragioni di un successo

CasaClima si è subito affermato come una norma semplice di tipo prestazionale, formulata inizialmente per essere recepita in modo volontario (gradualità dei tempi di convincimento) e poi diventata obbligatoria.

L'utente finale è figura centrale dell'intero processo: la gratuità del certificato e la libertà di scelta hanno evitato il rigetto da parte degli attori del processo edilizio, permettendo una graduale accettazione e ricezione da parte dei progettisti-artigiani-installatori fino all'utente.

La targhetta quale ulteriore elemento di trasparenza, è stata in grado di promuovere visibilmente l'immobile, innalzando, nel contempo, il suo valore commerciale.

La rappresentazione del fabbisogno di calore, infatti, è particolarmente favorevole nei confronti del consumatore in quanto non richiede particolari competenze tecniche.La targhetta, quale fattore di emulazione, ha fatto sì che molte richieste siano scaturite da questa attestazione di buona progettazione ed esecuzione in cantiere, innescando un circolo virtuoso:

> visibilità comunicativa;

> mercato selettivo verso prodotti migliori;

> sovracosti riconosciuti ai costruttori ed operatori immobiliari.





Siamo certi che, per la storia dell'architettura, ed in generale, per la progettazione ed il design, l'avvento dell'innovazione proveniente dall'evoluzione sociale, scientifica e tecnologica, ha sempre rappresentato un compito di grande rilievo: la sfida lanciata dalla scarsità di risorse (soprattutto di origine fossile), la consapevolezza dei cambiamenti climatici innestati, e l'adozione, non più procrastinabile, di elevati standard di efficienza energetica, contribuirà a far nascere, insieme ad una nuova alleanza fra uomo e natura, una estetica nuova. Forse è già cresciuta e sta mettendo solide radici.



La maggior parte dei dati, immagini fotografiche e grafici sono state liberamente tratte dalle pubblicazioni, conferenze e materiali consultabili nel sito dell'Agenzia CasaClima


Autore: Arch. Raffaele Ghillani

Certificatore e Consulente energetico CasaClima®
Esperto in Gestione ed Analisi del Valore® nel Processo delle Costruzioni Civili.
TENNISON

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Inviato: 09/01/2008 18:09:09
Data Ultima Modifica: 09/01/2008 20:34:20 
Oggetto: Energia
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Ben venga la interessante e lodevole realtà di Casa Clima per migliorare il nostro futuro.

Ma cerchiamo di fare qualcosa di urgente per rimediare agli sbagli del passato.

Le vecchie case d'epoca fine 800/primi 900, costruite con materiali che oggi tante persone snobbano (pietre, mattoni pieni, travi in legno e doppie finestre in legno) non saranno probabilmente all'altezza di una moderna classe energetica, ma erano costruite pensando al fatto che le persone poco avevano per scaldarsi, una stufa a legna, due i più fortunati.

La mia casa, fatta costruire intorno al 1930 da un ricco mercante turco, era dotata di impianto di riscaldamento con caldaia a carbone, circolazione naturale su radiatori in ghisa; molto ecologico direi.

Siccome però ci voleva il fuochista per tenerla accesa e il carbone costava, l'impianto veniva acceso una volta all'anno il giorno di Natale, quando venivano gli ospiti.

Per il resto della stagione invernale i radiatori facevano effetto placebo, perchè ci si doveva accontentare della cucina a legna (con produzione di acqua calda sanitaria, un bel recipiente da 5 litri incassato nella struttura).

Rimaneva valida l'equazione "molte coperte pesanti + pigiami in flanella = caldo meglio di niente + bassa emissione di CO2". Ovvero, l'unica energia sostenibile è quella che non viene consumata.

La casa dove ora abito in affitto è stata costruita nei primi anni 60, in pieno boom economico italiano; ho fatto una certificazione energetica del mio appartamento che è risultato essere in classe F (forse perchè di meno non ce n'è), così come la stragrande maggioranza degli appartamenti costruiti in quegli anni.

Riscaldamento centralizzato, scaldaacqua elettrico (tragedia), infissi il legno leggero, grandi superfici vetrate, l'isolamento poi a che serve... tanto in quell'epoca metano e gasolio erano abbondanti.

Quindi non solo si devono progettare le nuove costruzioni con giusti criteri energetici, si dovrebbe pure pensare di agire con fermezza per riconvertire in breve tempo tutti quegli edifici che si portano nella parte bassa della scaletta.

Il nostro governo ci ha obbligato tantissime volte a spendere senza preoccuparsi se li abbiamo, questa non sarebbe altro che una volta di più, con la differenza che nel corso degli anni le spese sostenute sarebbero recuperate dai costi di gestione.

Stiamo andando in OT, me ne rendo conto, ma voglio ricordare che a suo tempo ho lavorato, dal 77 al 90, in una florida azienda con una sola linea telefonica, senza telefax, senza PC e senza cellulare.

E probabilmente abbiamo lavorato più serenamente, senza stress.
ALPINO77

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CASTELFIDARDO ArchiBagno MODERATORE

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Inviato: 12/01/2008 03:00:38
Data Ultima Modifica: 12/01/2008 11:17:52 
Oggetto: ...ma i costi!
Messaggio:

Premetto che non ho letto tutto il post, mi sono fermato al primo kilometro?..!!!!!

Spero con questo mio intervento di non andare fuori dal seminato, però voglio fare questa considerazione.

Conosco abbastanza le case in cosiddetta ?classe A? energetica, sia a livello strutturale che impiantistico.

Sono un?evoluzione positiva del modo di costruire e concepire l?ambiente casa e sono, come si dice, il futuro e con tanto occhio di riguardo all?ambiente e a questo nostro martoriato pianeta.

Una cosa però mi preoccupa: i costi.

Nel mio paese ci sono due imprese che hanno iniziato a costruire con questa tipologia, e i prezzi si aggirano tra i 3800 e 4000 euro al mq.

Quindi un?appartamento di 60mq con garage (che ritengo piuttosto piccolo) costa tra i 230 e i 240 mila euro!!!

Ok, si dice che poi si recupera l?investimento ?non spendendo? soldi per il riscaldamento etc, perché la casa ?non consuma? o meglio consuma molto poco e si fa del bene all?ambiente Vero.

Però intanto all?inizio c?è da improntare una somma importante per una casa poi che, se cresce famiglia, diventa anche stretta.

Mi chiedo: con la situazione economica attuale, il costo della vita sempre in aumento e i salari/stipendi che rimangono sempre invariati, con i lavori sempre più precari e un?incertezza sul futuro crescente, come può permettersi un cittadino diciamo ?medio? di improntare un investimento del genere?

Non vorrei che dopo aver classificato le case, si arrivi a dover classificare anche i cittadini in base al loro portafoglio in classe A, B, C, D, E??Z??

La situazione economica attuale non è nè rosea né ottimistica??.. non si ritornerà come negli anni 70 o 80 dove i giovani sposi andavano ad abitare con i genitori di uno dei due perché non potevano permettersi una casa propria?

Al momento io sto ristrutturando un?abitazione di proprietà e non sto spendendo poco, anche per fare le cose con un occhio al risparmio energetico.

Ma se dovessi acquistare da nuovo, con questi prezzi, non so proprio come farei.

Rischierei di lasciare in eredità ai miei figli (sempre se riuscissi a permettermeli?.) il mutuo da pagare!!

Oppure dovrei ?accontentarmi? di una classe C, o D o F!
RAFFAELE_GHILLANI

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Inviato: 12/01/2008 16:40:34
Data Ultima Modifica: 05/04/2009 00:44:38 
Oggetto: Sull'inesorabile "crescita dello stress" e sul venir meno della capacità di adattamento...
Messaggio:

Sull'inesorabile "crescita dello stress" e sul venir meno della capacità di adattamento alle condizioni di disagio (si chiami comfort indoor ed ambientale o mobilità urbana), non ci sono dubbi!

La stagione della "austerity" è durata troppo poco per lasciare una traccia sensibile nella coscienza collettiva, anche se oggi, con il prezzo del "barrel" che supera i 100 dollari e gli effetti disastrosi sul clima dobbiamo saper recuperare alla svelta il tempo perduto.

Ma replicare il passato come nostalgica "integrità" (sociale, comunitaria, morale, ecc.) o immaginare la "crescita zero" come soluzione ai conflitti attuali credo sia non solo ideologico ma anche anacronistico e velleitario.

Concordo con quanto affermato sugli edifici esistenti, soprattutto su quelli costruiti all'epoca del boom edilizio: il tema del recupero energetico del costruito è la vera sfida ed il compito che ci stà davanti, basta considerare alcuni dati:
dei 20,3 milioni di alloggi esistenti in Italia, che consumano mediamente 0,79 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) cadauno all'anno, per un totale di 16 milioni di tep/anno, 15,5 milioni sono alloggi costruiti prima dell'entrata in vigore delle norme sull'isolamento (L.373 e L.10) e poco meno (14 milioni) sono muniti delle famigerate caldaiette autonome, che è la soluzione impiantistica in assoluto più energivora! (la Provincia di Bolzano, congiuntamente all'avvio della certificazione CasaClima ne aveva proposto la messa al bando...!).

Il WWF ed altre associazioni hanno recentemente lanciato una interessante iniziativa che si chiama "GenerAzione Clima", affermando che il solo recupero dell'efficenza energetica di 1 milione di condomini equivarrebbe al conseguimento del 40% dell'obbiettivo di riduzione di CO2 richiesta per l'Italia dal Protocollo di Kyoto (-6,4% rispetto al 1990).

E con questo vengo al tema assai delicate degli "extracosti" giustamente evidenziati dal secondo intervento.

La spesa energetica media, per famiglia, che si aggira attorno ai 1200-1400 ¤ è aumentata tra il 2000 ed il 2005 del 17%; in totale le famiglie italiane spendono ogni anno, per la propria abitazione, 18 miliardi di euri, di cui quasi il 55% a causa della scarsa o quasi nulla efficenza degli edifici ed impianti!

Per questo l'efficenza energetica (e non solo e forse più del doveroso "risparmio" affidato al comportamento ed educazione del cittadino...) è il "petrolio" del futuro!

I costi delle abitazioni, oggi in Italia, sono condizionati da una curva speculativa, soprattutto nelle grandi città, che ha profonde e radicate origini storiche (dalla concentrazione immobiliare ai meccanismi della rendita, dalla frammentazione eccessiva del comparto delle costruzioni alla rinuncia da parte pubblica del governo dei meccanismi di formazione della rendita legati a logiche di scambio politico, ecc.).....ma questo discorso ci porterebbe lontano dai nostri argomenti.

Occorre che i decisori politici perseguano con sempre maggiore convinzione e determinazione la strada intrapresa con le recenti finanziarie 2007-2008 (sgravi fiscali fino al 55%, incentivi per extracosti sul nuovo, tariffa incentivante in "conto energia", ecc.) e vengano emanate ed applicate, al più presto, a livello locale, provinciale e regionale norme, piani energetici, regolamenti edilizi, ecc. che sostengano il retrofit energetico degli edifici esistenti con forme incentivanti (riduzione ICI, oneri di urbanizzazione, bonus volumetrici).


TENNISON

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Inviato: 15/01/2008 17:26:44
Data Ultima Modifica: 15/01/2008 20:23:39 
Oggetto: la smania della proprietà è stata alimentata dal nostro governo e sostenuta dalle banche
Messaggio:

Mi permetto di andare leggermente OT

la smania della proprietà è stata alimentata dal nostro governo e sostenuta dalle banche, per ovvi motivi di interesse economico.

Dal momento in cui sono stati creati i contributi regionali per l'acquisto della prima casa, tantissime persone hanno creduto di poter comprare casa facilmente; ciò ha provocato un enorme quanto sconsiderato rialzo dei valori degli immobili; ha provocato numerosi problemi alle povere famiglie che a suo tempo, fiduciosi dei consigli delle banche, hanno fatto un mutuo in ecu o in yen oppure hanno aspettato invano un contributo regionale poi negato, ha facilitato la vendita a prezzi enormi di appartamenti più simili a cantine e topaie che ad enti abitativi; le persone non guardavano il valore dell'immobile, cercavano solo che la rata di mutuo, decurtata dal possibile contributo regionale, fosse compatibile con il loro reddito.

Ora ci lamentiamo perchè le case costruite con un occhio di riguardo ai consumi energetici sono troppo care, ci lamentiamo perchè il nostro stipendio non è sufficiente ad acquistare la casa, siamo contenti perchè ci hanno detto che tale banca rilascia mutui cinquantennali...

In verità, finita la grande corsa, cè un ritorno al passato, dove la casa la comprava chi aveva i soldi e chi non li aveva andava in affitto.

Il maggior costo di una casa ecologica è il prezzo che si deve pagare per la sopravvivenza del pianeta, purtroppo non è più retorica ma tragica realtà.

ciao tennison
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Inviato: 31/01/2008 20:13:20
Data Ultima Modifica: 31/01/2008 20:28:24 
Oggetto: Commenti alla casa energetica
Messaggio:

L?energia più sostenibile è l?energia non consumata.

Bella questa, proprio bella.

Devo purtroppo constatare che a volte le leggi funzionano bene solo sulla carta; nella realtà poi tutto si stravolge.

Mi riferisco alle recenti normative emanate dalle direttive europee e recepite dallo stato italiano con i dlgs 192/2005 e 311/2006.

Il mio dubbio (piuttosto fondato) è questo: la legge è ottima, ma chi si incaricherà di effettuarne la corretta applicazione pratica?

Non c'è il rischio che si vada a finire come la legge 10/1991?? anche quella era una bella normativa...sulla carta; solo che nessun ufficio comunale ha mai verificato, in situ, la corretta applicazione con verifiche termogrometriche.

Dalla mia esperienza pratica, teorica e di cantiere debbo purtroppo constatare che ben poco oggi si fa per attuare correttamente tali disposizioni, dettate non solo dalla legge, ma dal buonsenso.

Constato giornalmente che i costruttori mirano al profitto ed alla massimizzazione dei guadagni, infischiandosene dei risparmi energetici o dei disagi che arrecano agli ignari acquirenti i quali, purtroppo, non sempre sono consapevoli di quel che acquistano e della qualità del costruito.

Tant'è vero che sempre più spesso si assistono a delle vere e proprie battaglie legali che si protraggono per qualche anno...

Devo anche constatare che oggi, più che 50 anni fa, si costruisce peggio, anche se attualmente abbiamo migliori tecnologie a disposizione; difatti muffe, condense, cattivi odori e distacchi di finiture sono sempre più frequenti nelle nuove costruzioni rispetto a quelle realizzate qualche decennio fa.

Credo, in sostanza, che nelle normative attuali ci sia una enorme falla; mi spiego meglio per chi vuole approfondire.

I criteri dettati dalle 192 e 311 mirano alla riduzione delle dispersioni termiche radianti attraverso l'isolamento termico di pareti, tetti e pavimenti: bene. i criteri di trasmittanza fissati dalla normativa sono piuttosto restrittivi e, se applicati alla lettera, portano ad un effettivo risparmio energetico.

Quello che a mio avviso il legislatore ha dimenticato di sottolineare è la permeabilità al vapor d'acqua delle barriere architettoniche.

Perchè è fondamentale questo aspetto??

Lo spiego subito: avere una certa trasmittanza, ridotta entro i limiti imposti va bene, ma questi valori oltre che essere buoni sulla carta, come posso essere mantenuti nella realtà quotidiana??

Chi assicura che i valori di progetto siano poi efficaci, efficienti e si traducano in risparmio energetico?

Sapete benissimo che, sulla carta, una certa parete costruita così e cosà, con questi materiali piuttosto che altri, accoppiati con talaltri e finiti in talaltra maniera, hanno come risultanza-trasmittanza termica= entro i limiti di legge. ok progetto approvato, certificazione rilasciata, atto notarile validato. tutti contenti.

Sempre più spesso quindi si assiste, grazie alla massimizzazione dei profitti, che le pareti perimetrali sono "foderate" di un "cappotto" in materiali sintetici, quindi per loro natura impermeabili, stagni al vapor d'acqua, come una vera e propria barriera (stagna).

-Questo sistema mira a proteggere termicamente tutta la struttura, tutto vero.
-Questo sistema provoca uno sfasamento termico, verissimo.

Questo sistema è imputrescibile, leggero, facile da posare, economico(molto economico)...tutte belle verità.

Questo sistema possiede un lambda bassissimo, mira cioè ad abbassare i valori di trasmittanza termica dell'intero pacchetto di muratura o di tetto: verissimo.

Ma mi domando: è anche vero che, essendo impermeabile e naturale barriera al vapore, questo sistema di materiali sintetici impedisce il passaggio dei vapori prodotti nell'ambiente confinato??

E' vero che giornalmente in una casa abitata da un nucleo di 4 persone si producono vapori quantificati tra 50 e 70 litri??

Ora viene il bello: visto che i vapori tendono a "migrare" attraverso i supporti, cercando di conquistare porzioni sempre più asciutte di muratura, e, sostazialmente, un punto di equilibrio igrometrico, non c'è il pericolo che prima o poi non li satureranno??

Una volta saturi, come reagiranno questi supporti murari?

A mio parere reagiranno creando muffe, batteri, funghi, allergie ed altre malattie dannose alla salute degli inquilini, per cui si renderanno necessarie frequenti manutenzioni, anche se "sulla carta" i valori (teorici) di trasmittanza saranno sempre e comunque rispettati.

Nella realtà credo che una muratura, come un qualsiasi supporto, abbia bisogno di "respirare", esattamente come NOI abbiamo bisogno di respirare o "cambiar aria" (frequentemente); diversamente cosa ci succede??

Un'ultima considerazione: una volta saturata di umidità, tale struttura "coibentata-foderata" con il classico cappotto, difficilmente riconquisterà le sue caratteristiche iniziali in quanto il vapor d'acqua una volta che ha "cambiato stato", cioè si è liquefatto, difficilmente potrà ricambiare stato, cioè ridiventerà vapore, essendo più difficile termodinamicamente perchè ciò avvenga occorre propinare una notevole quantità di energia al supporto affinche avvenga il processo inverso, cioè si abbia evaporazione.

Le leggi della termodinamica infatti ci insegnano questo:

-i muri umidi disperdono calore in quanto l?acqua che occupa i loro pori conduce 29 volte in più dell?aria che li riempirebbe se fossero asciutti.

-I due coefficienti termici di conduttività termica dell?acqua e dell?aria stanno tra loro nel rapporto 0,52:0,018=29.

-Caratteristica fondamentale del vapore d'acqua è la capacità di trasporto di calore: alla pressione di 10 bar (1000 kPa) un chilo di vapore richiede 2013.6 kJ per cambiare di stato, e rende 2013.6 kJ condensando.

Considerando che la temperatura di ebollizione a 10 bar è di 179.8 °C, e che quindi raffreddando da 179.8 a 0°C 1 kg d'acqua si ottengono poco meno di 750 kJ, è evidente che trasporto 4 volte più energia usando vapore di quanta ne trasporti l'acqua.

La continua evaporazione richiede altro calore, che viene sottratto all?aria dell?ambiente riscaldato.

Chi è d'accordo con me?

Sono graditi i vostri commenti.
Come si dice in questi casi...ai posteri l'ardua sentenza.

saluti e buon lavoro a tutti

top-level
RAFFAELE_GHILLANI

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Inviato: 28/02/2008 22:45:57
Data Ultima Modifica: 29/02/2008 00:02:28 
Oggetto: Dire che i muri "respirano" è dire una cosa che non stà in nessuna norma UNI...
Messaggio:

La produzione media giornaliera di vapor d'acqua (usi cucina, doccia,ecc.) per una famiglia di 4 persone non supera di norma i 6-12 litri: di questi per "diffusione" non esce che il 2%, il resto, 98% ca., devono essere gioco forza smaltiti per ricambio d'aria!

Dire che i muri "respirano" è dire una cosa che non stà in nessuna norma UNI o manuale di fisica tecnica; diverso è dire che alcuni materiali più di altri sono "igroscopici", ossia sono in grado di ASSORBIRE e successivamente CEDERE all'ambiente, più o meno lentamente, l'umidità assorbita (es. il calciosilicato, la terra-argilla, il legno, ecc.).

Mentre c'è una recente norma UNI EN, la 13788 (2003), che richiede che la stratificazione dei materiali sia fatta in modo che non ci sia formazione alcuna di condensa (superficiale ed interstiziale) e che tale condensa, nel caso fosse presente, sia comunque inferiore alla quantità ammissibile (specifica per ogni tipo di materiale vedi UNI 12524)ed rievapori entro la stagione (obbligo di verifica del bilancio mensile).

Tale verifica termoigrometrica, in applicazione della legge 10, è reso obbligatoria da un Decreto del 13 dicembre 1993.

Il vero problema è che pochi, anche fra i tecnici, sanno che il tasso di ricambio igienico-sanitario minimo dell'aria, da assicurare in un ambiente domestico, dovrebbe essere, per legge, non inferiore allo 0,5 volumi/ora (i tedeschi vorrebbero innalzarlo allo 0,6-0,7); se fosse rispettata questa norma i problemi della condensa, congiuntamente alla famosa "sindrome da ambiente malato", sarebbero per gran parte risolti.

Per non continuare a riscaldare l'ambiente esterno, però, una soluzione è l'areazione/ventilazione meccanica controllata con recupero di calore come richiamato nell'articolo.
TENNISON

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Inviato: 05/04/2009 16:15:43
Data Ultima Modifica: 05/04/2009 16:17:16 
Oggetto: *Inserisci l'oggetto per il messaggio
Messaggio:

Citazione: Raffaele_Ghillani - 28/02/2008 22.45.57



...Il vero problema è che pochi, anche fra i tecnici, sanno che il tasso di ricambio igienico-sanitario minimo dell'aria, da assicurare in un ambiente domestico, dovrebbe essere, per legge, non inferiore allo 0,5 volumi/ora (i tedeschi vorrebbero innalzarlo allo 0,6-0,7)...


forse i tecnici lo sanno, ma le prescrizioni locali in genere permettono di evitare la ventilazione forzata con recuperatore se in presenza di una certa percentuale di finestre apribili e comunque richiedono un ricambio di 40 mc/h per persona, che di solito è molto meno dei 0,5 volumi ora.

ora, visto che le finestre apribili sono un vero problema per la dispersione termica, sarebbe il caso di favorire l'installazione di sistemi di ventilazione forzata (solo con recuperatore, perchè il riscaldamento geotermico dell'aria primaria tecnicamente non sempre è possibile) magari senza obbligare l'utente (pubblico) ad inserire l'aria primaria ad una temperatura minima di 20°, cosa che risulta estremamente costosa, utilizzando sistemi che favoriscano l'alta induzione al fine di non creare getti di aria fredda sulle persone.

purtroppo ciò che i progettisti non sanno non è tanto il volume d'aria necessario al ricambio, ma progettare il ricambio d'aria meccanico in maniera corretta.

a volte il 0,5 volumi non bastano, in presenza di umidità è necessario aumentare gradualmente il ricambio d'aria anche in misura elevata. la tendenza ora è di immettere l'aria negli ambienti zona giorno e notte ed estrarla da cucina e servizi. in questo caso i 0.5 o 0.7 volumi non bastano, ci vuole molto di più. un impianto corretto dovrebbe prevedere i 0,5 volumi con immissione ed estrazione dagli ambienti giorno e notte e impianti separati per cucina e bagni, allora tutto potrebbe funzionare con regolarità, soprattutto mantenendo gli ambienti in leggera sovrapressione rispetto ai servizi.

tennison
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Inviato: 26/10/2009 14:28:19
Data Ultima Modifica: 30/10/2009 14:52:48 
Oggetto: Complimenti bellissimo post non avrei saputo fare di meglio :-)
Messaggio:

Complimenti bellissimo post non avrei saputo fare di meglio :-)

è un piacere trovare qui sul forum un collega di CasaClima

Oggi il mercato offre molteplici soluzioni per la costruzione ad alta efficienza energetica ma purtroppo ho modo di constatare sempre maggiormente che questi strumenti vengono usati in modo approssimativo e non qualificato tanto che spesso il risultato finale è disastroso con un inevitabile ricaduta economica sulle tasche di tanto acquirenti che perdono la fiducia nei sistemi costruttivi applicati.




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